Chi sono
Valerio Bergamini, nasce a Pavia (dove tuttora vive) da padre veneto e madre bresciana ma trascorre i suoi primi quarant’anni di vita a Robbio, un paese della Lomellina al centro del triangolo risicolo (Mortara – Novara – Vercelli) più grande d’Italia.
Quando è ancora un bambino sono presenti sul territorio numerose riserie ora chiuse, ad eccezione della Frugone & Preve titolare del marchio Riso Gallo che, proprio a Robbio, ha il suo più grande stabilimento italiano per la lavorazione del riso.
La casa dove abita coi genitori sorge ai margini del paese.
Dietro, a poca distanza ci sono le risaie e, davanti, un orto che arriva fino alla strada, oltre la quale altre interminabili distese di risaie.
Sua mamma Antonietta (Tugnèta) fa la mondariso (mondina) e quale contropartita per il suo lavoro, porta a casa grandi quantità di riso che cucina in una gamma cospicua di versioni sotto gli occhi curiosi di Valerio che si appassiona e ancora in giovane età impara a trasformare le materie prime in pietanze.
Il viaggio che approda in cucina passa attraverso una laurea in Filosofia, esperienze di lavoro in Tunisia, organizzazione di fiere legate all’alimentazione, in paesi dell’ex Unione Sovietica (Uzbekistan), diploma di Wine Master conseguito presso l’Istituto di Cultura del Vino di Milano, Diploma di Marketing del vino dell’Università del Vino di Riccagioia (Torrazza Coste, PV), Attestato di specializzazione in Cucina vegetariana e vegana rilasciato da Apolf di Pavia e diploma di Sommelier dell’ AIS.
Dal 2010 decide di sfruttare la sua esperienza e le sue competenze nel mondo dell’enogastronomia, cucinando per Enti e Associazioni.
Ora è a disposizione di quanti vogliano apprezzare la sua cucina in occasione di eventi privati o pubblici.
Origine del desiderio (di cucinare)
Da cosa ha origine un desiderio? Dalla mancanza di qualcosa, visto che si desidera ciò che non si ha, ma non è solo così. Infatti si può desiderare anche di continuare a fare una cosa che si sta già facendo. E forse questo è il desiderio più bello. Come nel caso delle pagine di questo libro nelle quali il verbo “desiderare” fa rima con “cucinare”. A seconda del menù o del singolo piatto, un pensiero accende la musica giusta, un altro indica l’indumento adatto, un altro passa il necessario per dare vita alle pietanze. Una bella squadra, e il capo è il “Gusto”. Proprio il gusto è protagonista. Gusto del palato, ma anche di quello della poesia, delle note, delle immagini che sfamano gli occhi della mente e diventano cibo dei pensieri.
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