Il castello di Montalto, come un grande titano, domina le valli e i versanti sottostanti, assiepati di vigneti a perdita d’occhio.
Le finestre della cantina di Aldo Dallavalle inquadrano il maniero che fu dei Belcredi e poi dei Balduino, coi suoi quattro torrioni tozzi e quadrati, tra cui spicca in altezza quello di levante.
Proprio sotto questa torre ci sono le vigne dell’Azienda Finigeto che Aldo alleva assieme a Diana, una splendida vignaiola che è venuta qui con la sua bellezza a sfidare quella immortalata nella statua dell’omonima dea della caccia, messa ad ingentilire il loggiato che fa da sfondo alla monumentale fontana cui si rinfrescava Alessandro Volta, nei pomeriggi estivi in cui era ospite del castello.
Le viti di Finigeto svolgono i loro tralci ad un’altezza di circa 300 metri, che è la più idonea sulle colline dell’Oltrepo Pavese per ottenere uve di pregio e affondano le radici in terreni scontrosi, costringendole ad andare a cercarsi il sostentamento a profondità sempre maggiori, proprio come sogliono fare le viti che danno i frutti migliori.

Le vigne di Finigeto
 

 

 

La sequela delle vigne offre un paesaggio di grande attrattiva anche nelle giornate uggiose quando sono coperte da nuvole, come una sottoveste che lascia intravedere le sinuose forme delle colline.
Accanto alle vigne ci sono i pascoli, i prati, i boschi e questo fa dell’Oltrepo Pavese la prima area vitivinicola in Italia per la biodiversità.
Siamo a Cella di Montalto nella fascia di mezzacosta del versante collinare a sud di Montalto Pavese, lungo la valle del torrente Coppa.
Aldo inizia qui, nel 2005, il suo cammino, fondando l’Azienda Finigeto che prende il nome dalla frazione di Montalto in cui è concentrata la maggior parte delle vigne.
Ha solo 19 anni, un diploma di perito agrario e un’idea fissa in testa: trasformare la terra in vino, curandola e servendola con grande rispetto.
Con l’arrivo di Diana in Finigeto, il concetto si concretizzerà in “love Nature”, un progetto con l’obiettivo di realizzare prodotti innovativi attraverso un sistema di produzione che, dalla vigna alla bottiglia di vino, tuteli l’ambiente e il territorio e li preservi nella loro integrità e salubrità.
I punti cardine di questo progetto sono l’abbattimento di oltre un terzo della percentuale di solfiti rispetto al limite previsto per legge, l’abolizione dei concimi di sintesi e l’utilizzo, quando è strettamente necessario, di soli concimi organici.

 
Diana, Beatrice e Aldo Dellavalle
                                

Aldo e Diana hanno scelto di fare una produzione limitata di etichette concentrando le loro competenze per valorizzare al massimo le tipicità del territorio, Pinot Nero e Riesling su tutti ma interpretando in modo originale anche gli altri brand più riconosciuti dell’Oltrepo Pavese come la Croatina per la Bonarda e il Moscato.
Anche se Finigeto è un’azienda giovane non tardano ad arrivare i riconoscimenti che sono il frutto di un’attività in cui qualità e genuinità si coniugano in modo esemplare.
Le etichette più rappresentative, come Lo  Spavaldo (Riesling Renano in purezza che, col nuovo disciplinare, potrà chiamarsi Riesling di Montalto), Il Ribaldo (Barbera in purezza), Il Baldo (Bonarda fermo,85% Croatina e 15% Barbera) e La Grintosa (Bonarda frizzante, 95% Croatina e 5% Barbera) ottengono numerosi premi alla Douja D’Or di Asti, al Catavinum World Wine and Spirits Competition di Vitoria-Gasteiz e al Concours Mondial de Bruxelles.
“Raccogliamo i frutti di un progetto che è iniziato il giorno stesso in cui ho fondato Finigeto – afferma Aldo –. Abbiamo la consapevolezza di essere sulla strada giusta, e siamo certi che lavorando in questo modo saremo ripagati dalla natura che ha una buona memoria”.

Gli altri vini di Finigeto sono:

Il Nirò, Pinot Nero Riserva (100% Pinot Nero)
Il Baldo, Bonarda frizzante (85% Croatina e 15% Barbera)
Il Fermo, Chardonnay (100%)
Extrà Rosé, Pinot Nero (100%) extra dry, fermentazione lunga metodo Charmat Cuvée Extrà, Pinot Nero (85%) Chardonnay (15%) extra dry, fermentazione lunga metodo Charmat.
Oltre a un Pinot Nero (100%) frizzante e un Moscato (100%) bianco dolce.
Dulcis in fundo, lo spumante che porta la data dell’anno di fondazione dell’azienda, presentato ufficialmente alla 52° edizione del Vinitaly, con la collaborazione dell’artista Lady Be che ha creato delle immagini molto suggestive della bottiglia, utilizzando materiali di riciclo:
2005, Pinot Nero (100%) Metodo Classico DOCG Oltrepo Pavese.

Il “2005”
                 
Il “2005” è fatto con uve Pinot Nero vendemmiate nel 2015 con una permanenza sui lieviti di 30 mesi.
Sono bollicine finissime, armoniose, abbondanti e cremose con una luce brillante di forte intensità.
Hanno profumi intriganti che riecheggiano il sottobosco, i fiori bianchi e le fragranze tipiche del Pinot Nero comprese quelle minerali che scalpitano nel bicchiere e contribuiscono ad aggiungere vivacità a questo vino. Ma anche tocchi di fine pasticceria come la meringa, che si intersecano tra di loro corroborandosi in una spiccata nota sapida. Deglutendole le senti scorrere al palato e progredire di carattere fino a tradursi in una lunga persistenza in bocca.
Lo slogan di Finigeto è “Il piacere di versarlo, il gusto di berlo” e con questo “2005” piacere e gusto vanno a braccetto. Viene da chiedersi perché stappare uno spumante solo quando c’è un momento di festa: la vita è già così dura, rendiamocela un po’ più accettabile con un bel bicchiere.
E, con il nuovo Metodo Classico “2005”, nato in Oltrepo Pavese (il più grande areale vitivinicolo di Pinot Nero in Italia e il secondo nel mondo) in una delle cantine che più lo rispetta e che costa 16 euro, si può fare.

Queste nuove bollicine di Aldo e Diana arrivano in un momento storico importante per l’Oltrepo Pavese che vede il comparto spumanti superare in termini di fatturato quello della Bonarda (anche se la Bonarda rimane sempre la bandiera simbolo di questo territorio con oltre 20 milioni di bottiglie all’anno messe sul mercato).

Aldo e Diana rappresentano un’azienda virtuosa e di eccellenza, che ha avuto la lungimiranza e il coraggio di puntare su un prodotto vincente.
Fanno parte di quella schiera di circa il 20% di imprese giovani che coniugando tradizione e innovazione riescono a crescere e ad imporsi su un territorio caratterizzato dai mille vitigni e dalle mille specialità, in cui manca un focus che lo identifichi e gli faccia guadagnare il prestigio e la dignità che merita.
Ma il cielo è sempre più blu.



Finigeto Azienda Agricola di Dallavalle Aldo
Località Cella, 27 – 27040 Montalto Pavese (PV)