I Barolo, il Roero e il Barbaresco
Sono venuto a La Colombina,di Montalto Pavese, attirato dalle lusinghe enologiche del Barolo, Barbaresco e Roero: una decina di etichette delle Langhe, tra le più prestigiose.
A raccontare i vini in degustazione è Domenico Di Luccio.
Domenico è uno che non smetterebbe mai di parlare di Barolo. La sua musa ispiratrice è la vigna ma, anche, la sua filosofia e la sua passione. Anzi, il suo amore.
Che il Barolo si faccia nel comprensorio di Barolo è abbastanza scontato ma Domenico ha svelato come il terroir qui, più che altrove, ha il primato sulla denominazione stessa del vino.
Il Barolo può essere prodotto da uve Nebbiolo di vigne impiantate in numerosi comuni di Langa che, oltre a Barolo, sono Castiglion Falletto, La Morra, Verduno, Novello, Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Cherasco, Roddi, Serralunga e Monforte d’Alba.
Ma c’è vigna e vigna e, anche in una stessa vigna, conta l’esposizione.
La zona in cui i vini sono maggiormente marcati dal territorio è la collina di Cannubi. I cru più prestigiosi nascono da questa collina.
Ma anche ad ovest di Barolo, nell’area di Castiglion Falletto, vi sono cru importanti come il Barolo Cavallotto-Bricco Boschis. Il Barolo è uno dei vini italiani più complessi e controversi, proprio perché presenta una grande variabilità di sottozone, un’ancor più grande sensibilità alle annate e una dipendenza dalla mano dell’uomo che non ha riscontri in altre zone vitivinicole.
L’uomo di Langa ha dato e dà sudore e sangue per la vigna.
Il sangue dei vignaioli di questa terra è una drammatica costante che pesa come un macigno.
Un esempio su tutti è quello di Matteo Correggia.
La Cometa del Roero, come è stato definito da Sergio Miravalle nell’omonimo libro edito per la Veronelli Editore, stava lavorando nella sua vigna quando, fatalmente, una scheggia di cemento sparata dalla fresa del suo trattore, si conficca nel suo occhio destro.
Matteo scende dal trattore e si trascina sanguinante verso casa urlando “giutème, giutème”.
Quelle disperate richieste di aiuto saranno le ultime parole della sua vita.
Morirà due giorni dopo, lasciando la moglie e due figli, forse con il pensiero fisso a suo padre, anche lui morto per un incidente sul lavoro nella vigna.
E poi c’è la morte assurda di Cristina Clerico, avvenuta durante una degustazione di Barolo, a causa di uno shock anafilattico per una ferita accidentale.
Domenico, suo padre, la ricorderà per sempre creando “Percristina”, il Barolo con la stella (1,7 ettari nel cru Mosconi), per il quale l’aggettivo stupendo è riduttivo.
La vita in Langa è dura. Ci sono le vigne tra le migliori del mondo ma una mentalità che fa fatica ad aprirsi al nuovo.
E allora, uomini come Elio Altare, un bel giorno prendono in mano una motosega e, caparbiamente, tagliano prima tutte le piante del frutteto, poi riducono in legna da ardere le grandi botti in cantina per far posto alle nuove barrique.
Elio sarà diseredato dal padre Giovanni che non capisce e non accetta quella scelta così radicale ma, in compenso, realizzerà un sogno.
A seguire le orme di Elio, un gruppetto di piccoli e giovani produttori, anch’essi sognatori come lui, tra cui Domenico Clerico (Monforte), Bruno Rocca (Barbaresco), Matteo Correggia (Canale d’Alba), Luigi Scavino (Castiglione Falletto), Giuliano Corino (La Morra) e altri.
Di questo manipolo di Barolo boys assaggiamo:
- Barolo Cavallotto cru Bricco Boschis 2008. Viti della Vigna San Giuseppe, Punta Marcello e Colle Sud Ovest a Castiglione Falletto. Affinamento 36-42 mesi in botti di rovere di Slavonia.
- Barolo Azelia cru Margheria 2008 di Luigi Scavino. Viti di 50 anni in Serralunga d’Alba. Affinamento 28 mesi in botti grandi.
- Barolo Azelia cru Bricco Fiasco 2008 di Luigi Scavino. Viti di 65 anni e oltre in Castiglione Falletto. Affinamento 24 mesi in barrique di rovere francese.
- Barolo Pajana 2008 di Domenico Clerico. Tre ettari nel cru Ginestra, da viti di 45 anni di media. Affinamento 24-30 mesi in barrique di rovere francese.
- Barolo Ciabot Mentin 2008 di Domenico Clerico. Cinque ettari nel cru Ginestra, da viti di 45 anni di media. Affinamento 24-30 mesi in barrique di rovere francese.
- Barolo Raineri cru Monserra 2008. Viti in Frazione Perno a Monforte d’Alba e Serralunga d’Alba. Vinificato presso Domenico Clerico. Affinamento 24 mesi in barrique di rovere francesi.
- Barolo cru Arborina 2008 di Giuliano Corino. Viti a La Morra. Affinamento in barrique di rovere francese, 50% nuove e 50% di secondo passaggio.
- Barbaresco cru Rabajà 2008 di Bruno Rocca. Viti in Barbaresco. Affinamento 12 mesi in barrique di rovere francese, 80% nuove e 20% di secondo passaggio.
- Roero cru Ròche d’Ampsèj Riserva 2006 di Matteo Correggia. Viti in Canale-Roero. Affinamento 18 mesi in barrique nuove.
Mozart, Stefania Sandrelli nella “Chiave”,una tela di Gustave Courbet (quella tela!), un acuto di Maria Callas: questo è il Barolo. Ma anche la melodia delle sirene che ammaliò Ulisse, il Cantico delle Creature, un collo di Modigliani, la Dolce Vita di Fellini, Pablo Neruda e Frida Kahlo.
Agriturismo La Colombina-I Doria di Montalto
Località La Colombina, 1 Montalto Pavese (PV)