La 22° edizione di Cibus a Fiere di Parma si è chiusa con oltre 75mila presenze (+25% sul 2022)
Un’edizione da record per il numero di marchi, circa 3.000 spalmati su 8 padiglioni e per il numero di acquirenti, circa 3.000, arrivati a Parma da tutto il mondo.
La tendenza più importante registrata nel mondo del cibo, riguarda l’indicazione nel packaging della presenza di DOP e IGP, che aumenta la propensione al consumo e invoglia il consumatore a privilegiare l’acquisto di prodotti di qualità, sostenendo un costo maggiore.
La valorizzazione dei prodotti DOP e IGP si avvale sempre di più della collaborazione tra marchi e consorzi, anche questi presenti in misura massiccia in fiera, che promuovono le esperienze, le procedure o le azioni più significative che hanno permesso di raggiungere certe eccellenze.
Sono state presentate più di mille novità prodotto, tra cui l’uovo vegetale, il salame al tartufo con copertura di parmigiano, la salsa all’aceto balsamico di Modena, la maionese di soia alla cipolla, il condimento balsamico rosé al tartufo, il condimento balsamico bianco all’acero, il condimento agrodolce al lampone, il sugo allo zafferano, il riso rosa (derivato da una particolare lavorazione del riso nero), il formaggio erborinato ai frutti di bosco in purea di melagrana siciliana e il pecorino stagionato in foglia di noce.
Cibus ha focalizzato l’attenzione sull’export dell’agroalimentare made in Italy.
I numeri dell’esportazione sono il vero fattore di crescita delle aziende italiane: a fronte di un sistema nazionale stagnante, i 64 miliardi del 2023 sono il segnale di come l’economia legata ad ittica e agroalimentare, specie quella BIO, sia in crescita costante, in confronto a Paesi concorrenti come Spagna e Francia.
Il made in Italy è un patrimonio inestimabile che va tutelato e difeso dalle contraffazioni perché il prodotto italiano contraffatto vale circa 100 miliardi di euro, quasi il doppio del valore delle esportazioni.
Uno dei prodotti in cui l’Italia è leader nel mondo è il pomodoro: con 5,6 milioni di tonnellate di materia prima lavorata, si conferma prima in Europa e terza nella classifica mondiale dopo Usa e Cina.
Ed è proprio dalla Cina che dobbiamo guardarci perché nel 2023 ha incrementato la produzione nazionale di polpa di pomodoro in modo esponenziale raggiungendo la cifra di 8 milioni di tonnellate (con un trend in crescita per il 2024 che toccherà gli 11 milioni), raddoppiando l’export nella UE e conseguentemente anche nel nostro Paese.
Allo stesso tempo i nostri flussi commerciali di derivati da pomodoro verso il resto del mondo sono rallentati a causa della crisi del canale di Suez.
Un’altra minaccia è portata nei confronti delle nostre eccellenze gastronomiche che sono sviluppate all’estero.
Da diversi anni i nostri competitor vengono in Italia a comprare le nostre tecnologie, il know how, le nostre materie prime; imparano tutto quel che c’è da imparare e poi producono altrove una serie sempre più grande di prodotti di pregio.
Un esempio è il Partisan Cheese che viene fatto negli USA: non ha la storia, la qualità, lo stile del Parmigiano Reggiano ma si sta inserendo in mercati sempre più ampi.
Per fortuna le nostre mucche, il nostro latte, le nostre tradizioni, le nostre piccole realtà produttive, le vecchie fattorie che hanno profonde radici nei territori sono un vantaggio competitivo di tutto rispetto che non potrà mai essere raggiunto.
L’edizione 2024 di Cibus sarà ricordata anche per la consistente, anzi imponente, presenza di prosciutti: cotti, crudi, arrosto, Jamòn ecc., tanto che, ad ogni svolta di stand il visitatore si trovava di fronte ad una sequela di cosce di maiale appese.
Nella nostra cultura nutrizionale le nuove frontiere dell’alimentazione come gli insetti, la carne coltivata, il vino senz’alcol, sono viste con un atteggiamento critico.
In Italia sono un’esigua minoranza i consumatori di farine di insetti, anche se nel mondo sono regolarmente utilizzate.
Gli esperti in alimentazione sostengono che sono efficaci fonti di proteine che in prospettiva potrebbero diventare alternative o complementari alle farine tradizionali.
E’ vero che non bisogna mai porre barriere verso le sfide dell’innovazione ma avere sempre un atteggiamento di curiosità senza chiusure ideologiche ma vuoi mettere un bel prosciutto contro la carne coltivata?