È una bella domenica di maggio e parto da Pavia per andare a visitare tre cantine vitivinicole dell’Oltrepo Pavese, che hanno la loro sede in altrettanti castelli: l’Azienda Agricola Vercesi del Castellazzo, nel Castellazzo (a Montù Beccaria), l’Azienda Castello di Luzzano di Giovannella Fugazza, nel Castello di Luzzano e l’Azienda Vitivinicola Perego&Perego, nel Castello di Rovescala (a Rovescala).

I vigneti intorno al Castellazzo

 

Le Vigne intorno al Castellazzo dei Vercesi

Sono le 10 e 30 e Gian Maria Vercesi mi riceve nel cortile d’onore del suo Castellazzo: un antico edificio che da maniero medievale ha vissuto le trasformazioni del tempo e della storia, adagiato sopra un terrazzamento naturale affacciato a 360° su dolci colline interamente vitate.
Su questa straordinaria balconata, Gian Maria mi racconta di come il luogo in cui ci troviamo sia un po’ castello, un po’ convento, un po’ chiesa.

Gian Maria Vercesi in primo piano

Ma, oggi, soprattutto Azienda Agricola Vercesi del Castellazzo.
Apprendo che “il Castello esisteva già prima del XII secolo e, appartenuto alla nobile famiglia pavese dei Beccaria, fu più volte conteso dai nobili della zona e oggetto di attacchi che portarono a varie ricostruzioni, fino a quando fu donato, alla fine del 1500, da Aureliano Beccaria ai Padri Barnabiti.
Tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700, i Barnabiti edificarono un convento, divenuto famoso poiché al suo interno vi era una farmacia di notevole importanza per la zona.
L’opera dei Padri si protrasse fino ai primi del 1800, quando Napoleone, con la campagna d’Italia, confiscò i beni degli ordini ecclesiastici tra i quali lo stesso convento di Montù Beccaria.
Dell’edificio rimangono, ancora oggi, oltre alla struttura adibita a collegio, l’abside e l’ingresso della chiesa, intitolata a Sant’Aureliano, edificata nel 1700”.
La famiglia Vercesi, dedita da tempo, tra le varie attività, alla coltivazione della vite, acquista l’edificio storico dall’Amministrazione Cisalpina nel 1808, utilizzandolo come abitazione e sede aziendale ed Eugenio Vercesi di Michele (1757-1848) dà il via all’ Azienda che progredisce e si espande fino alla dimensione attuale, sempre con grande attenzione alla naturalità e alla qualità dei vini.
Proprio per degustare alcuni di questi vini, passiamo in giardino, dove è stato allestito un grande tavolo, su cui ci sono le bottiglie e i piatti di salumi e formaggi, in accompagnamento.
Assaggiamo per primo Il Vespolino, 2016, fatto con Ughetta di Canneto, detta anche Vespolina, al 100%.
Le uve sono raccolte a mano, leggermente surmature perché, per questa varietà, la maturazione dei tannini è tardiva rispetto a quella degli zuccheri.
Il vino che abbiamo nei bicchieri è di un colore rubino vivace e profuma di pepe verde, spezie e sottobosco.
Ha un tannino piacevole che esalta i frutti selvatici.
Degustiamo anche il Fatila, 2015: Croatina 100%.
Anche qui le uve sono raccolte a mano, leggermente surmature, al fine di ottenere una maggiore morbidezza dei tannini.
La macerazione può durare fino a tre settimane poi va in botte per 12 mesi.
Il Fatila che abbiamo nei bicchieri ha un colore rubino scuro con riflessi porpora e al naso è speziato e sa di confettura di frutti di bosco.
In bocca si percepisce la sua buona trama tannica che si addolcisce nel finale.
Lascio a malincuore Gian Maria e il suo Castellazzo ma è già mezzogiorno passato e devo andare alla volta del Castello di Luzzano, sede dell’ Azienda Castello di Luzzano, di Giovannella Fugazza.

Castello di Luzzano

Annessa all’Azienda c’è la locanda “La Dogana” dove, nella veranda esterna, è stato preparato il pranzo.Il posto di ristorazione è stato ricavato da una dogana del ‘700, costruita sul confine tra l’Oltrepo Pavese e i Colli Piacentini.
I vini della Cantina del Castello mi vengono serviti in abbinamento alle varie pietanze.
Per primo, la Sommossa Bonarda Oltrepo Pavese DOC, 2017.
Un vino fatto con uve Croatina al 100% e che nasce nei terreni marnoso-calcarei tipici della zona di Rovescala.
Il nome, Sommossa, riecheggia la vivacità e la spumeggiantità che accompagna l’assaggio di questo vino.
Come afferma Giovannella: “Un vino rosso frizzante è quanto di più rivoluzionario e moderno si possa trovare”.
Il secondo vino in degustazione è il Romito Chardonnay Colli Piacentini DOC Anno 1° (Fuga in campagna), 2017.
È uno Chardonnay 100% vinificato frizzante, che prende il nome dall’Azienda Romito, annessa al Castello.
Anno 1° vuol dire che è un vino da bere giovane: entro il primo anno, per coglierne appieno profumi e freschezza.
“Fuga in campagna” invece è il desiderio di rifugiarsi nella natura.
Ha un colore giallo paglierino brillante, un profumo delicato con note agrumate.
È fresco, morbido con una frizzantatura piacevolissima.
Al dessert è abbinato un Ciel D’Oro Malvasia passito dolce IGT, 2015.
Questo Malvasia di Candia aromatica 100% è stato prodotto per la prima volta nel 1996.
Gli aromi del Malvasia, esaltati dal leggero appassimento dei grappoli, uniti a quelli del legno delle barrique, dove il succo è rimasto ad affinarsi, conferiscono a questo vino una ricchezza di sensazioni coniugate ad una straordinaria freschezza.
Ha colore oro chiaro, profumo di dattero e sapore di raffinata pasticceria.
Giovannella, giustamente fiera della sua creatura, aggiunge una nota poetica nella sua descrizione: “Le emozioni di raffinata eleganza bizantina, che si provano nell’ammirare il cielo in oro che orna il Monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia -antico proprietario delle terre di Luzzano- si ripetono perfettamente nelle mille sfaccettature che offre la degustazione di questo vino”.

Giovannella Fugazza

Terminato il pranzo e la degustazione dei vini, Giovannella mi accompagna in una visita dell’Azienda, narrandomi la storia della sua famiglia, i Fugazza, originari della zona, proprietari terrieri, ma anche industriali conservieri, tra i primi in Italia.
Poi mi conduce nella cantina costruita nel 1936, completamente interrata e ubicata in un’ala del Castello.
Lei stessa mi racconta che “la sua ubicazione, la funzionalità ancora ottima, la capacità di stoccaggio con prevalenza di vasche in cemento, oggi vetrificate, hanno fatto sì che si continui ad utilizzarla pur con gli inevitabili ammodernamenti”.
Nell’antica cantina del Castello, di epoca medioevale, sono invece conservate le barrique di vini rossi riserva.
È quasi verso sera quando arrivo al Castello di Rovescala, del 1600.

Castello di Rovescala

Qui ha la sua sede, l’Azienda Vitivinicola Perego&Perego, di Marco e Giorgio Perego, due fratelli che hanno deciso di rifondare l’Azienda agricola del bisnonno Ernesto, sulle colline di Rovescala.
Si sono cimentati nell’avventura del vino seguendo corsi di formazione e facendo stage presso importanti Aziende Vitivinicole.
L’esperienza accumulata è servita per sfruttare al meglio le peculiari caratteristiche dei terreni di proprietà, la loro felice esposizione, la composizione dei suoli e il particolare microclima.
Marco si occupa della parte amministrativa dell’Azienda mentre Giorgio svolge tutti i lavori, dalla vigna alla cantina, supportato da un esperto enologo e da un validissimo agronomo.
L’emblema della cantina è un’enorme Bacco seminudo che Gian Angelo Borroni ha affrescato, verso la fine del ‘600, nelle sale del Castello.

Il Bacco emblema dell’Azienda

Immerse in un panorama collinare tra i più suggestivi, a Rovescala, ultimo crinale di terra lombarda, i vigneti, amorevolmente curati da Giorgio producono uve che danno vini unici e pregiati, tipici della terra e del territorio da cui derivano.
Il microclima della zona e una particolare composizione morfologica del terreno (prevalentemente composto da calcare e argilla) fanno si che si realizzino le condizioni ideali per ottenere ottime uve.
I lavori che Giorgio fa in vigna, col rispetto del disciplinare di lotta integrata e biologica alla miglior resa qualitativa delle uve, si possono riassumere in: potature contenute, diradamento dei grappoli, gestione dei suoli senza l’impiego di prodotti chimici, ma solo con apporti di elementi nutritivi vegetali ed attenta raccolta manuale. Giorgio ci dice che la tradizione e l’innovazione sono il binomio che caratterizza la sua filosofia di lavoro e ne determina tutte le fasi produttive.
Mi spiega che la tradizione è: ”scelta degli appezzamenti di terreno e delle relative pratiche agronomiche, la rivalutazione del sapere dei vecchi contadini, quindi il ritorno alla pratica del sovescio di antica memoria (fave, piselli, senape, rafano…) seminato tra i filari e sfalciato dopo la fioritura, che restituisce al terreno le sostanze necessarie alle piante per una equilibrata maturazione dei frutti, la raccolta manuale degli stessi che consente di selezionare i grappoli migliori e l’utilizzo moderato di rame, calce e zolfo, disciolti nell’acqua del pozzo. Mentre l’innovazione deriva dalla ricerca e dall’impiego delle attrezzature enologiche più moderne atte a raggiungere elevati standard qualitativi congiunta ad un costante aggiornamento di studio”.
E’ proprio applicando rigorosamente questa filosofia che Giorgio produce una linea di vini senza solfiti aggiunti con anidride solforosa < 0,001%.

Giorgio Perego

Uno di questi è il Rosato IGT Provincia di Pavia Senza Solfiti Aggiunti che Giorgio mi versa nel calice, ottenuto dalla vinificazione delle uve Croatina, Moradella, Barbera e Uva Rara, con una breve permanenza sulle bucce.
Un vino brillante, di color rosa dai riflessi cerasuoli che ti arriva garbato al naso con note di piccoli frutti rossi freschi amalgamantisi a gradevoli sfumature di fiori di prato.
In bocca è morbido, sapido, dalla lunga persistenza che non denota i suoi 13 gradi.
Lo accompagnamo con i Brasadè di Staghiglione che compaiono mirabilmente sul grande tavolo di marmo dove è stata allestita la degustazione.
È una sinfonia di dolci note che continua con un altro vino straordinario di Giorgio: il Chimera Senza Solfiti Aggiunti, ottenuto dalla vinificazione delle uve Croatina, Moradella, Barbera e Uva Rara e vinificato col metodo Martinotti.
È’ uno spumante del colore delle cerase con un perlage fine, persistente, setoso al palato, pieno ed equilibrato.
Una pioggerellina fine viene a chiudere una giornata di quelle che rimarranno a lungo nella memoria.

Azienda Agricola Vercesi del Castellazzo
Via Aureliano Beccaria, 36 Montù Beccaria (PV)

Castello di Luzzano
Via Luzzano, 5 Rovescala (PV)

Azienda Vitivinicola Perego&Perego
Largo Medaglia D’Oro, 2 Rovescala (PV)