Zuppetta di Moscioli selvatici di Portonovo e Caristoro di Giulio Fiamberti

“Noi ci avemo i moscioli” è lo slogan di appartenenza più usato dagli Anconetani, tanto da apparire persino in mondovisione, alle Olimpiadi di Atene, esposto durante una partita della Nazionale azzurra di pallavolo nella quale militava un giocatore dorico.
Con questo nome si intendono i mitili raccolti nella zona di Portonovo (Ancona), in un tratto di mare che va dalla spiaggia dei Sassi neri di Sirolo a Pietralacroce.
Portonovo è un posto che la classica turista americana definirebbe “mooolto pittoresco”. Pur se accattivante, l’aggettivo descrive in modo riduttivo questo stupendo pezzo d’Italia che, se lo scegli per passarci una vacanza, quando te lo trovi davanti, ti convinci di aver fatto bene a non andare ai Caraibi o alle Seychelles o in qualsiasi altro famoso posto di mare.
Nella zona di Portonovo vi sono note e affermate località turistiche tra cui Numana e Sirolo ma non hanno nulla da spartire con questo piccolo borgo raccolto intorno alla sua spiaggia, sotto la protezione della sua chiesetta (Santa Maria di Portonovo, prezioso esempio di architettura romanica, miracolosamente sopravvissuta a cataclismi e devastazioni).
Il sublime spettacolo della macchia mediterranea presente sulla strada che dal Conero scende a strapiombo tra il verde dei corbezzoli, dei cipressi e dei ginepri mescolati al viola profumato della lavanda e al giallo intenso delle ginestre, fino alla Spiaggia di Sassi bianchi, di fronte agli scogli denominati le “Due Sorelle”, da solo vale il viaggio.
La raccolta dei Moscioli viene effettuata da pescatori subacquei che, con un apposito rampino (moscioliniera), strappano i moscioli dagli scogli. Lo scoglio più imponente e famoso è denominato il Trave, che è come una specie di pista affiorante dal mare, lunga circa un chilometro e larga mediamente 5 metri.
Attorno a questo vivaio naturale i Moscioli si riproducono spontaneamente ed è per questo che sono chiamati “selvaggi” (Mosciolo selvaggio di Portonovo – Presidio Slow Food).
Il Trave, oltre a immettere nel mare il seme del Mosciolo, devia le correnti provenienti dal largo e crea una specie di vortice che permette al seme stesso di stazionare e attecchire nella zona. Il Mosciolo è uno dei prodotti più tipici del Conero e i ristoratori locali lo cucinano in una miriade di modi diversi: Moscioli al naturale, Impepata di Moscioli, Moscioli arrosto, Moscioli ripieni, Moscioli alla Marinara, Pasta coi Moscioli, Spaghetti coi Moscioli e paccasassi, Insalata di Moscioli e così via.

La zuppetta di Moscioli è un modo nuovo e diverso per assaporarli.
Di solito una zuppa di pesci si fa con svariate qualità di pesce, ma il Mosciolo ha una tipicità esclusiva (tenuto conto della specificità del prodotto, che è un mollusco e non frutto di trasformazione o manipolazione) e non merita di essere confuso con altri suoi affini pur se enogastronomicamente sostenibili.

Ingredienti

  • 2 kg di Moscioli
  • 4 spicchi d’aglio
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • 1 bicchiere di Verdicchio dei Castelli di Jesi
  • 4 pomodorini San Marzano
  • 150 cl. di olio e.v.o. 100% italiano
  • sale e pepe da macinare.

 

Preparazione
Metto una maglietta bianca a righe blu da lupo di mare e una collanina con appeso un dente di squalo come quella di Franco, del Ristorante Emilia, sito sulla spiaggia di Portonovo, proprio di fianco alla Cooperativa Pescatori Moscioli.
Franco è il personaggio più folcloristico, pittoresco e stravagante di Portonovo. Con i figli Edoardo e Federica gestisce questo posto che è qui da più di novant’anni.
Una struttura di legno semplice ma accattivante, di un tenue azzurro pastello che sorge direttamente sul mare, contornato dal bianco dei ciottoli dell’arenile.
Tutte le mattine, appena sveglio, Franco scende in spiaggia con un bicchiere, lo riempie di acqua di mare e lo beve fino all’ultima goccia.
È il suo personalissimo modo di tastare la salute del suo mare.
E il suo mare finora gli ha mostrato e continua a mostrargli una forma smagliante grazie alla protezione del Trave che tiene al largo le minacce e le insidie più pericolose.

 

 

Alla salute di Franco e del mare della Baia del Conero, apro un Oltrepo Pavese Caristoro Extra Brut di Giulio Fiamberti.
Un Metodo Classico Pinot Nero in purezza, affinato 30 mesi sui lieviti, con un residuo zuccherino inferiore ai 3 g/l..
Stappo e verso le bollicine col loro perlage intenso e fine. Appena mi avvicino al bicchiere, il mio naso percepisce subito la pera, il fieno, la crosta di pane, i piccoli frutti rossi, le erbe aromatiche, i fiori e i lieviti che conferiscono a questo nettare una inconfondibile eleganza olfattiva pienamente confermata in bocca.
L’Azienda Agricola Fiamberti di Canneto Pavese è una delle aziende più antiche dell’Oltrepo Pavese e dell’intera Lombardia.
Nel 2014 ha festeggiato i 200 anni dalla sua fondazione.
Il Caristoro viene da un rinnovamento della linea del Metodo Classico iniziato nel 2020.
Aspiro col naso imbalsamato dalle soavi fragranze olfattive e deglutisco, chiudo gli occhi e vedo il Trave che affiora dal mare bagnato dagli spruzzi e le barche dei pescatori che dal Trave ritornano a riva col loro prezioso carico di Moscioli.
Accendo Tutu di Miles Davis e il dolce suono del sax mi conduce alla…

 Esecuzione
Lavo bene i Moscioli, poi li metto in una grande pentola e accendo il fuoco. A mano a mano che le valve si aprono, li scolo e li tolgo dal fuoco e controllo che i mitili siano tutti quanti belli polposi, rivelandomi così, in modo inequivocabile, la loro freschezza. Metto gli spicchi d’aglio tagliati a metà in una grande padella con l’olio extravergine italiano e vi aggiungo i Moscioli selezionati, rimestandoli con la marisa.
Danzo intorno ai fornelli come un saltimbanco, nel vano tentativo di forzare i tempi di cottura e appena l’aglio comincia a rosolarsi, verso il bicchiere di Verdicchio e faccio sfumare.
Abbasso leggermente la fiamma e aggiungo i pomodorini che ho tritato finemente al coltello e giro ancora gli ingredienti usando la marisa come fosse un forcipe, per salvaguardane l’integrità.
Aggiungo un po’ di sale e un abbondante grattata di pepe.
Appena prima di togliere i Moscioli dal fuoco, trito le foglie di prezzemolo fresco e spolvero.
Verso i Moscioli col loro brodetto in una zuppiera molto capiente che metto a centrotavola per dare la possibilità ai commensali di cibarsi direttamente dal piatto di portata prelevando con la valva, in cui è contenuta la polpa, anche il brodetto.

 

Azienda Agricola Fiamberti Giulio
Via della Chiesa 17 – Canneto Pavese (PV)